LA GIOCONDA, DOVE VISSE E DOVE MORI’ ?
Un thriller che dura da 500 anni, un mistero rilanciato dal “Codice da Vinci” di Dan Brown.
A Lagonegro, in Basilicata, nord di Maratea e ad ovest di Lauria, sta forse per essere svelato il segreto della vita della Gioconda ritratta, la cinquecentesca dama fiorentina dall’”enigmatico sorriso”, come dice il Vasari, Lisa Gherardini alias Monna Lisa “mulier ingenua” del ricco mercante setaiolo fiorentino Francesco del Giocondo (da cui l’appellativo leonardesco di Gioconda”). Figlia dell’altrettanto facoltoso notaio Noldo Gherardini, era nata nel 1479 in via Maggio di Firenze dove visse fino al 1501-1503, anni nei quali anche Leonardo abitava in Santissima Annunziata (dove vi era la cappella di famiglia della nobildonna e dove essa andava sovente a pregare ) per poi trasferirsi nei possedimenti tra Greve e Castellina in Chianti,Pochi anni dopo, nel
1506, mentre era di rientro verso Firenze da un viaggio di affari nel Sud Italia assieme a Ser Francesco ebbe un gravissimo malore lungo la via Popilia che congiungeva Calabria, Lucania e Campania, nei pressi di Lagonegro , così grave che morì e qui venne sepolta. Le mai interrotte ricerche si stanno adesso spostando dal cimitero del castello all’interno dell’antica chiesa di San Nicola seguendo l’ipotesi che trattandosi di nobildonna era d’uso collocarne la tomba in luogo sacro anziché santificato. Greve in Chianti per gli anni della sua breve vita e Lagonegro per la sua immatura fine vedono confermato il legame con la nobildonna fiorentina che ispirò il capolavoro di Leonardo da Vinci in quel quadro,che il genio da Vinci si portò con sè in Francia dove il re Francesco I lo volle acquisire nel 1518 tra le opere della Corona fino a quando, secoli dopo, nel 1792 fu affidato al Louvre. Nel 1800 Napoleone lo volle nella propria camera da letto alle Tuileries, nel 1911 fu rocambolescamente trafugato dal Lovre ad opera di un muratore italiano che per due anni tenne nascosta l’opera a Firenze,;dal 1940 al 1945, per impedire che venisse trafugato dai nazisti, venne nascosto di anno in anno in cinque castelli diversi. Diventato un’immagine universale,la Gioconda attrae ogni giorno nella Salle des Etats al Louvre ben 20.000 visitatori ammaliati da quel sorriso enigmatico,da questa figura che nel Novecento è diventata perfino un’icona pubblicitaria e da quest’anno protagonista del romanzo esoterico che la interpreta come un autoritratto al femminile dello stesso Leonardo in “drag queen” suscitando polemiche fantasiose legato all’enigma sulle origini del dipinto. “La Gioconda , risponde Alessandro Vezzosi, direttore del Museo Ideale di Leonardo a Vinci, tra Montecatini Terme e Firenze, non è un’opera incompiuta ma un’opera infinita nel senso di pittura infinita che Leonardo vuol dare alle sue cose : è un ritratto dell’idea di pittura di Leonardo di quel suo andare anche al di là del visibile”.
1506, mentre era di rientro verso Firenze da un viaggio di affari nel Sud Italia assieme a Ser Francesco ebbe un gravissimo malore lungo la via Popilia che congiungeva Calabria, Lucania e Campania, nei pressi di Lagonegro , così grave che morì e qui venne sepolta. Le mai interrotte ricerche si stanno adesso spostando dal cimitero del castello all’interno dell’antica chiesa di San Nicola seguendo l’ipotesi che trattandosi di nobildonna era d’uso collocarne la tomba in luogo sacro anziché santificato. Greve in Chianti per gli anni della sua breve vita e Lagonegro per la sua immatura fine vedono confermato il legame con la nobildonna fiorentina che ispirò il capolavoro di Leonardo da Vinci in quel quadro,che il genio da Vinci si portò con sè in Francia dove il re Francesco I lo volle acquisire nel 1518 tra le opere della Corona fino a quando, secoli dopo, nel 1792 fu affidato al Louvre. Nel 1800 Napoleone lo volle nella propria camera da letto alle Tuileries, nel 1911 fu rocambolescamente trafugato dal Lovre ad opera di un muratore italiano che per due anni tenne nascosta l’opera a Firenze,;dal 1940 al 1945, per impedire che venisse trafugato dai nazisti, venne nascosto di anno in anno in cinque castelli diversi. Diventato un’immagine universale,la Gioconda attrae ogni giorno nella Salle des Etats al Louvre ben 20.000 visitatori ammaliati da quel sorriso enigmatico,da questa figura che nel Novecento è diventata perfino un’icona pubblicitaria e da quest’anno protagonista del romanzo esoterico che la interpreta come un autoritratto al femminile dello stesso Leonardo in “drag queen” suscitando polemiche fantasiose legato all’enigma sulle origini del dipinto. “La Gioconda , risponde Alessandro Vezzosi, direttore del Museo Ideale di Leonardo a Vinci, tra Montecatini Terme e Firenze, non è un’opera incompiuta ma un’opera infinita nel senso di pittura infinita che Leonardo vuol dare alle sue cose : è un ritratto dell’idea di pittura di Leonardo di quel suo andare anche al di là del visibile”.
New discovery in Basilicata and Tuscany
LEONARDO’S GIOCONDA, WHERE SHE LIVED AND DIED?A thriller of 5oo years ago, a mistery reproposed by the book of Dan Brown, “Da Vinci Code”In Lagonegro, a village of Basilicata, region in South of Italy, people is looking for the Mona Lisa’s tomb in and out of the ancient S. Nicola Church for the sake of reveal who really the Gioconda was during her lifetime. The last discovery is that the figure represented in the painting of Leonardo - Monna Lisa Gherardini born in Florence (1479) and lived (near Siena, Tuscany) between Greve in Chianti and Castellina in Chianti, daughter of the notary Anton Maria di Noldo Gherardini, wife of silk wholesale trader named Francesco del Giocondo – died in Lagonegro in the prime of life (1506) during a business trip with her consort Francesco while they were on Popilia road, near Lagonegro, coming back from Calabria toward Florence.