13 mar 2008

Giardini e parchi storici in Italia e Basilicata

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Giardini e parchi storici
Il termine giardino storico definisce - in genere - uno spazio progettato dall’uomo con finalità in primo luogo, ma comunque non esclusivamente, estetiche a cui si riconosce un interesse pubblico conferitogli dalle sue caratteristiche artistiche e/o dalla rilevanza storica.
Esempi di questi questa tipologia di beni culturali sono i giardini e i parchi annessi alle grandi proprietà nobiliari, gli orti e i giardini botanici, i parchi urbani, le aree verdi comprese nei siti archeologici, come pure i piccoli giardini privati, i chiostri e i cortili, i cimiteri, sempre se caratterizzati da rilevanza artistica o storica.
L’Italia possiede un patrimonio di circa 5000 ville, parchi e giardini storici oggetto di specifico provvedimento di tutela.
Molte delle grandi ville e parchi urbani sono di proprietà demaniale (Stato o Enti Locali) e aperti al pubblico, alcuni sono stati anche dichiarati patrimonio dell’umanità (come la Reggia di Caserta, la Villa d’Este a Tivoli e l’Orto Botanico di Padova) e fanno parte della World Heritage List dell’UNESCO. In particolare i parchi e giardini delle regge e palazzi ex reali sono gestiti dagli Uffici periferici del MiBAC. Il nucleo comunque numericamente più consistente è di proprietà privata e comprende esempi di notevole rilievo.
L’attuale normativa sancisce che sono sottoposti a provvedimenti di tutela ville, parchi e giardini non solo a ragione dell’interesse artistico o storico ma anche quelli che siano di “non comune bellezza”.
Il principale strumento legislativo di tutela è attualmente il Codice dei beni culturali e del paesaggio Decreto legislativo n. 42 del 2004 e s.m.i. che contempla quanto già sancito dalle precedenti leggi di tutela nn.1089 e 1497 del 1939. In particolare alla legge n. 1089 “Tutela delle cose di interesse artistico o storico” si richiama l’articolo 10 c. 4, lettera f elencando quali Beni culturali - oggetto della tutela: “le ville, i parchi e i giardini che abbiano interesse artistico o storico”. Pertanto anche i giardini dichiarati di interesse storico-artistico, e quindi “vincolati”, sono sottoposti a un particolare regime giuridico che prevede, tra l’altro, il divieto di distruggerli, danneggiarli o adibirli ad usi non compatibili con il loro carattere storico-artistico, o comunque tali da pregiudicarne la conservazione.
Il dettato della legge n. 1497 “Protezione della bellezze naturali” si ritrova invece nell’articolo 136 c. 1, lettera b della parte terza del Codice medesimo che individua i Beni paesaggistici e riconosce notevole interesse pubblico a “le ville, i giardini e i parchi, (…) che si distinguono per la loro non comune bellezza”. I proprietari, possessori o detentori di quest’ultima tipologia di beni culturali “non possono distruggerli, né introdurvi modificazioni che rechino pregiudizio ai valori paesaggistici oggetto di protezione” e “hanno l’obbligo di sottoporre alla regione […] i progetti delle opere che intendano eseguire.” come sancisce il successivo art. 146 cc.1 e 2.
La consapevolezza del particolare tipo di bene culturale rappresentato dai giardini storici ha determinato l’elaborazione di linee guida e la redazione, a partire dal 1981, di due carte, dette di Firenze, che definiscono l’oggetto di tutela e dettano raccomandazioni per la manutenzione, conservazione, restauro e ripristino.


I dati qui raccolti e consultabili fanno riferimento esclusivamente ai provvedimenti di dichiarazione dell'interesse culturale del singolo giardino o parco storico emessi fino al 1992 e conservati negli archivi cartacei delle Soprintendenze competenti per territorio; sono tratti dal volume Ville, parchi e giardini. Per un atlante del patrimonio vincolato e in qualche caso possono risultare datati relativamente ai riferimenti catastali o alla proprietà.






Anche la Basilicata può vantare di possedere giardini che entrano di diritto tra i più belli d'Itali. Molti di questi fanno da corredo a edifici storici che rimandano ad un passato che stona con l'idea di una terra arida e triste, povera e malata.



Questo l'elenco dei giardini in ordine alfabetico per comune:

Nome del giardino e comune


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12 mar 2008

Basilicata in Bici

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Girare questa terra in bicicletta è senza dubbio una esperienza forte e un modo nuovo per scoprire un territorio ed entrare nella dimensione di geografia emozionale in cui è immersa la Basilicata


Questa pubblicazione  propone degli itinerari attraverso i quali si attraversa la Lucania e si solcano strade che sembrano fuori dal tempo e dal vortice quotidiano. 
Strade in cui l'uomo e il suo destriero ruotato riscoprono i ritmi che gli sono propri.



Gli itinerari sono otto e seguono dei tematismi con lo scopo di fornire indicazioni dei diversi aspetti della regione; si articolano poi in in quattordici tappe in linea e tre specifici percorsi ad anello dedicati all'area costiera jonica, per una percorrenza complessiva di 1300 chilometri.



Gli Otto (8) itinerari sono: 
  1. APPENINO LUCANO;
  2. PARCO NAZIONALE DEL POLLINO
  3. SPIAGGE DEL MAR JONIO
  4. LE DUE CITTA', MATERA E POTENZA
  5. IL VULTURE
  6. MELANDRO E PLATANO
  7. BASILICATA INTERNA
  8. I CALANCHI



QUI  E' POSSIBILIE SCARICARE LA GUIDA.




Di seguito, un video amatoriale realizzato da cicloturisti che raccontano attraverso foto e musica il loro viaggio... in una regione nel cuore del sud.

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Antiche strade ferrate del Pollino

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Antiche strade ferrate del Pollino










1953: convoglio sulla tratta del Pollino

La ferrovia Lagonegro-Castrovillari.
A volerlo riassumere in due parole, ci troviamo qui di fronte a un emblematico esempio di ferrovia ‘nata vecchia e morta giovane’.
Pensata già dal Governo Borbonico e finanche decretata dal Dittatore Garibaldi, a lungo in lizza tra le ferrovie di completamento della rete meridionale, ma poi sconfitta (1879) dalla Sicignano-Castrocucco (che però si arrestò proprio a Lagonegro), finalmente deliberata (anche se a scartamento ridotto) con legge del 1906, ma aperta in tutta la sua estensione solo nel 1931, questa linea nasceva con già alle calcagna la concorrenza del trasporto su gomma. Per di più, dopo appena un ventennio e a seguito di fenomeni di bradisismo che interessarono il grandioso viadotto di Lagonegro venne meno il collegamento a nord con la rete nazionale; e vent’anni dopo, per analoghi problemi, s’interruppe anche il collegamento a sud, con Spezzano. Ridotta ad un moncone interno, la linea fu definitivamente chiusa nel 1978 e, con infausta celerità, si provvide all’eliminazione dell’intero armamento (1981-1983) proprio alla vigilia della realizzazione del Parco Nazionale del Pollino, che di certo avrebbe saputo conferire a questa bella ferrovia di montagna rinnovati e più originali motivi d’esistenza (A. Sica).

Internet: http://it.wikipedia.org/wiki/Ferrovia_Lagonegro-Castrovillari-Spezzano_Albanese
Bibliografia: Guida Outdoor De Agostini, Greenways in Italia, Novara 2003, it. 35 a cura di A. Sica.


Iniziativa a cura di Ass. Italiana Guide Ambientali Escursionistiche
Escursione a piedi lungo la tratta ferroviaria dismessa Lagonegro –Castrovillari nel Parco Nazionale del Pollino (CS)
Note Durata: tutta la giornata; percorso adatto a tutti, incluso nuclei familiari. Itinerario prevalentemente di tipo turistico, non prevede l’uso di un equipaggiamento particolare anche se l’itinerario è sassoso. Paesaggi antichi ed affascinanti si possono ripercorrere lungo questa antica tratta ormai dismessa.


Per ulteriori informazioni e prenotazioni: Silvestro Carrieri e Francesco Sallorenzo, info tel. 368.220288. Telefonare alla guida almeno 2gg prima.
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3 mar 2008

YouTube - Garibaldi eroe o predone ?

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Garibaldi eroe o predone ?

Finalmente qualche voce fuori dal coro.
Nella puntata di Mizar, andata in onda su RaiDue, il 16/02/2007, Oneto, Garibaldi l'iper italiano, ed Il Cerchio e Salera, Garibaldi Fauchè e i predatori del Regno del Sud, ed. Controcorrente, mettono in luce aspetti poco noti del nizzardo.

Vengono fatte notare anche alcune ombre sul risorgimento italiano e l'invasione dei Savoia in Basilicata e il Sud tutto.

Da aggiungere che in Basilicata Garibaldi ricevette i voti per essere eletto deputato. Si candidò nel 1864 nel collegio di Corleto Perticara (PZ).

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