Le insurrezioni del 1860 a Viggianello
La Basilicata nella metà del secolo XIX era non solo la regione più estesa del Regno di Napoli e dell'Europa, ma era anche il simbolo degli stessi. Il territorio era costituito da monti elevati, da colline estese e da valli ampie. Aveva tutti i tipi di clima, era il microcosmo del mondo anche per le produzioni agricole che vi si coltivavano.
Molti pensavano che in questa regione il cielo era molto bello, i campi fertili, gli uomini felici; questa regione era il giardino d' Europa.
In realtà le cose non erano così, la gente soffriva la
31 ott 2010
28 ott 2010
Basilicata-La regione Invisibile: articolo di Focus
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tracieloemandarini
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Da Focus , reportage : La Regione Invisibile
Per alcuni è strana, per altri diversa, per la maggioranza sconosciuta e misteriosa.
Strana perché è l’unica regione italiana cha ha un nome ma non un aggettivo e così per chiamare gli abitanti della Basilicata ( nome di origine bizantina, probabilmente risalente all’imperatore Basilio II nel X secolo) devono ricorrere al termine “lucani” da Lucania, antico nome recuperato durante il fascismo.
Diversa perché al contrario di molte regioni, non si mette in mostra, non sfoggia né esalta i suoi pur numerosi record ma ama stare nell’ombra e preferisce l’ “understatement”.
“FAR SUD”
Misteriosa e inesplorata, per non dire selvaggia, perché nonostante sia vicina a grandi città come Bari e Napoli e sia facilmente raggiungibile con strade e ferrovie (Potenza, capoluogo più alto d’Italia, è stata tra le
La Basilicata e Focus (1)
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Estrapolo alcuni passaggi dell'articolo che Focus ha dedicato alla Basilicata definendola : regione invisibile.
Ringrazio Pier Paolo A. per avermi consegnato questo articolo
.
Matera la ribelle.
Matera è stata la prima provincia del sud a ribellarsi all’occupazione nazifascista nel ’43.
E’ cosi ricca di monumenti che una chiesa del Seicento, è stata trasformata in un cinema.
Ringrazio Pier Paolo A. per avermi consegnato questo articolo
.
Conoscete qualcuno che va in vacanza in Basilicata?
O il nome della sua mafia? (Impossibile non c'è!)
O quello dei suoi abitanti? (Non certo basilicatesi!)
Ma allora esiste davvero?
Altrochè e detiene primati insospettabili
Matera la ribelle.
Matera è stata la prima provincia del sud a ribellarsi all’occupazione nazifascista nel ’43.
E’ cosi ricca di monumenti che una chiesa del Seicento, è stata trasformata in un cinema.
Paese da sogno.
Castelmezzano nelle Dolomiti lucane è nella lista delle "località sconosciute più belle al mondo del sito USA Budget Travel.
Un emigrante di Castelmezzano edificò nel '900 a New York,
il primo grattacielo per abitazioni e lo chiamò Lucania
Torri, vicoli, silenzi.
Craco, la più bella città fantasma d'Italia, fu evacuata nel 1963 per una frana.
Spunti dell'articolo di Focus n. 212- GIUGNO 2010
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Gli abitanti di Pisticci. serie fotografica
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Basilicata documenti fotografici di civiltà popolare
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Un periodo, però, anche legato a povertà e ignoranza diffusa( ignoranza scientifica e non letteraria, poichè la cultura popolare non è inferiore ma solo più discreta.
Un mondo ricco di esperienza e partecipazione sociale agli avvenimenti collettivi.
Si rideva e piangeva insieme.
Il vicinato era un fondamento. Le generazioni interagivano scambiandosi aiuti e trasmettendosi insegnamenti.
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La prima neve? Eccola qua!
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tracieloemandarini
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Bentornata madame Neve!
Naturalmente Pollino ci sveglia stamane facendoci vedere le vette del Pollino innevate e dando il benevenuto a madame neve in Basilicata.
La prima spolverata della stagione 2010/2011 ha fatto la sua prima comparsa sulle cime più alte del Parco Nazionale del Pollino in data 27 ottobre 2010.
Leggermente in ritardo rispetto l’anno scorso quando il 16 ottobre 2009 ci furono abbondanti precipitazioni fin sotto i 1600 mt.
Come si può osservare nella foto (in esclusiva concessa a Naturalmente Pollino) che immortala Serra del Prete (2181 mt), la neve si è presente fin i 1850 mt circa.
www.tracieloemandarini.tk
Naturalmente Pollino ci sveglia stamane facendoci vedere le vette del Pollino innevate e dando il benevenuto a madame neve in Basilicata.
La prima spolverata della stagione 2010/2011 ha fatto la sua prima comparsa sulle cime più alte del Parco Nazionale del Pollino in data 27 ottobre 2010.
Leggermente in ritardo rispetto l’anno scorso quando il 16 ottobre 2009 ci furono abbondanti precipitazioni fin sotto i 1600 mt.
Come si può osservare nella foto (in esclusiva concessa a Naturalmente Pollino) che immortala Serra del Prete (2181 mt), la neve si è presente fin i 1850 mt circa.
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27 ott 2010
Texas Basilicata
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tracieloemandarini
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National Geographic Italia
di Enrica Simonetti
Sembra che sia stato tutto scritto dal destino. Petrolio e pozzi a Viggiano, in Basilicata, dove da secoli si parla della Madonna nera, apparsa ai pastori grazie ad alcuni prodigi luminosi sul Monte Sacro. Oggi, il volto scuro di quella Madonna ci fa pensare al nero del petrolio, e le luci che affiorano dalla sua vallata verde sono quelle dei tralicci bianchi illuminati, piccole torri Eiffel rumorose che segnalano le trivellazioni, i pozzi, la caccia all’oro nero che in Lucania si è scatenata a un ritmo velocissimo. Attraversiamo la Val d’Agri guardandoci attorno stupefatti per i tanti contrasti. Pecore e pascoli da una parte, capannoni e perforazioni dall’altra. E poi vigneti, tanti vigneti o coltivazioni di fagioli e patate, alternati al grande oleodotto, alle reti dell’olio.
Lo chiamano olio il petrolio che viene estratto da questa terra, ricca e povera allo stesso tempo. Dicono che il giacimento valga 50 miliardi di euro e che sotto le terre selvagge di questo lembo di Mezzogiorno ci siano un miliardo di barili di petrolio. Ma si deve scavare a profondità notevoli, oltre 3-4.000 metri, sondare la qualità e la quantità di oro nero ed estrarre,“mungere” la Basilicata come si fa ancora per il latte dalle
mucche. «Siamo una terra colabrodo, non fanno che bucarci e il lavoro promesso manca ancora», protestano gli ambientalisti. Mentre il fronte politico-governativo-imprenditoriale replica: «Tutto falso: lo sviluppo e le risorse derivanti dalle royalties versate alla regione dalle compagnie petrolifere danno risultati concreti».
La Val d’Agri non è che un microcosmo, un esempio di ciò che accade nel resto d’Italia, dove 1.700 pozzi attivi rendono ogni anno quattro milioni di tonnellate di greggio. Non ci si deve far impressionare dalle cifre, che in realtà non sono molto significative. Basti pensare che questa produzione rappresenta solo il cinque per cento del fabbisogno nazionale. Ecco perché le compagnie petrolifere scalpitano: si deve estrarre di più.
Perciò si moltiplicano le richieste, anche al Sud, in zone turistiche (ma il progetto che riguardava il Basso Adriatico è stato bloccato dalle proteste) o dove si sperava di far nascere parchi nazionali. La Val d’Agri è da sola un piccolo parco in quell’Italia fatta di contadini, un’Italia del passato. Ora molti ex coltivatori lavorano per le imprese subappaltate dalle grandi compagnie petrolifere: «Ci pagano anche bene», dice Pietro, 42 anni, «ma è sempre un lavoro a termine». Accanto a lui, un dipendente che non vuole essere citato («Sennò questi mi cacciano») rivela che «la manodopera locale è assunta solo con contratti precari; i dipendenti fissi sono quelli delle multinazionali».
Verità e bugie, accuse e smentite. Sembra che attorno al petrolio aleggi una grande favola nera. C’è chi racconta della legge 99 del 2009, secondo la quale ogni cittadino lucano munito di patente (che si produce a fare il petrolio se uno va a piedi?) potrà ricevere direttamente a casa i ricavi delle royalties. C’è chi fissa questa cifra al tre per cento e chi parla di un aumento dal sette al dieci per cento. Fatto sta che mancano i decreti attuativi e che i ritardi burocratici rendono questi assegni dei veri e propri sogni. «Chi controlla le estrazioni del petrolio su cui si calcolano le royalties spettanti a noi?», rilancia l’instancabile Michele Somma, attivista del Comitato Lucano No Oil. Il presidente della Regione Basilicata De Filippo parla di un ufficio del ministero dello Sviluppo economico che farebbe da controllore; mentre sui ritardi, si afferma che tutto dipende dalla concertazione tra ministeri, perché i dati (ad esempio quelli sui cittadini muniti di patente) arrivano da ministeri diversi. Intanto il tempo passa. Nel frattempo nella Val d’Agri il suolo trema per le scosse delle trivellazioni. I soldi poi arrivano: il grande progetto è quello del parco dell’energia che sarà attivato a Grumento Nova, nel cuore della “Basilicata-Texas”, la terra del petrolio. Percorsi guidati, prove di veicoli a basso consumo, persino un padiglione enorme dedicato allo spettacolo, con cupola geodesica. Idee che fanno sgranare gli occhi in paesi in cui già il cinema o la libreria sono miraggi.
Certo, per tramutare i progetti in oggetti ci vuole un bel po’ e forse non è neanche colpa delle multinazionali. A Marsiconuovo, Comune e Regione si sono “accapigliati” sulla creazione di un Osservatorio ambientale da tempo promesso dopo un contratto di affitto per 30 anni siglato con l’Eni, ma seguito da inerzie e ritardi. Liti politiche e sedute di giunta infuocate. Alla fine, destra e sinistra si rimpallano accuse sul passato. Fatto sta che la gente continua a emigrare, nonostante i pozzi petroliferi dentro casa.
I figli dei contadini sono laureati e vanno a cercare posto (e/o disoccupazione) altrove: «Non è vero che il petrolio ci ha portato lavoro, andate a vedere cosa ci propongono di fare, si parla persino di lavori che durano 15 giorni», dice Stefania, la quale sostiene di adorare la sua terra «ma di essere costretta a lasciarla per sempre».
In realtà, molti paesini suggestivi ma pieni di nulla sono già da tempo abitati solo dai vecchi. Ma è giusto o no estrarre greggio in Lucania, la patria di Quinto Orazio Flacco, la terra pluricitata da Tito Livio e - in tempi più moderni - da Carlo Levi e dai nuovi registi? Il suolo baciato dal sole (dove si potrebbe ricavare tanta energia solare) pervaso dai boschi e dai pascoli? Non è facile dare una risposta immediata.
Ci possono aiutare a riflettere le ultime cifre sulle entrate di comuni e regioni: il calo del prezzo del petrolio e il rapporto euro-dollaro avrebbero anche dimezzato nel 2009 le royalties per le casse lucane, diventate 76 milioni di euro contro i 134 del precedente anno. Questo ci dicono i bilanci calcolati da Eni e Shell. Va bene, ci crediamo, vogliamo crederci. Ma, allora, se le cose stanno così, se si trivella e non si ricava tanto, ne vale la pena? E se ne vale la pena, è ora di chiedersi: chi ne beneficia?
National Geographic Italia (27 ottobre 2010)
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di Enrica Simonetti
Sembra che sia stato tutto scritto dal destino. Petrolio e pozzi a Viggiano, in Basilicata, dove da secoli si parla della Madonna nera, apparsa ai pastori grazie ad alcuni prodigi luminosi sul Monte Sacro. Oggi, il volto scuro di quella Madonna ci fa pensare al nero del petrolio, e le luci che affiorano dalla sua vallata verde sono quelle dei tralicci bianchi illuminati, piccole torri Eiffel rumorose che segnalano le trivellazioni, i pozzi, la caccia all’oro nero che in Lucania si è scatenata a un ritmo velocissimo. Attraversiamo la Val d’Agri guardandoci attorno stupefatti per i tanti contrasti. Pecore e pascoli da una parte, capannoni e perforazioni dall’altra. E poi vigneti, tanti vigneti o coltivazioni di fagioli e patate, alternati al grande oleodotto, alle reti dell’olio.
Lo chiamano olio il petrolio che viene estratto da questa terra, ricca e povera allo stesso tempo. Dicono che il giacimento valga 50 miliardi di euro e che sotto le terre selvagge di questo lembo di Mezzogiorno ci siano un miliardo di barili di petrolio. Ma si deve scavare a profondità notevoli, oltre 3-4.000 metri, sondare la qualità e la quantità di oro nero ed estrarre,“mungere” la Basilicata come si fa ancora per il latte dalle
mucche. «Siamo una terra colabrodo, non fanno che bucarci e il lavoro promesso manca ancora», protestano gli ambientalisti. Mentre il fronte politico-governativo-imprenditoriale replica: «Tutto falso: lo sviluppo e le risorse derivanti dalle royalties versate alla regione dalle compagnie petrolifere danno risultati concreti».
La Val d’Agri non è che un microcosmo, un esempio di ciò che accade nel resto d’Italia, dove 1.700 pozzi attivi rendono ogni anno quattro milioni di tonnellate di greggio. Non ci si deve far impressionare dalle cifre, che in realtà non sono molto significative. Basti pensare che questa produzione rappresenta solo il cinque per cento del fabbisogno nazionale. Ecco perché le compagnie petrolifere scalpitano: si deve estrarre di più.
Perciò si moltiplicano le richieste, anche al Sud, in zone turistiche (ma il progetto che riguardava il Basso Adriatico è stato bloccato dalle proteste) o dove si sperava di far nascere parchi nazionali. La Val d’Agri è da sola un piccolo parco in quell’Italia fatta di contadini, un’Italia del passato. Ora molti ex coltivatori lavorano per le imprese subappaltate dalle grandi compagnie petrolifere: «Ci pagano anche bene», dice Pietro, 42 anni, «ma è sempre un lavoro a termine». Accanto a lui, un dipendente che non vuole essere citato («Sennò questi mi cacciano») rivela che «la manodopera locale è assunta solo con contratti precari; i dipendenti fissi sono quelli delle multinazionali».
Verità e bugie, accuse e smentite. Sembra che attorno al petrolio aleggi una grande favola nera. C’è chi racconta della legge 99 del 2009, secondo la quale ogni cittadino lucano munito di patente (che si produce a fare il petrolio se uno va a piedi?) potrà ricevere direttamente a casa i ricavi delle royalties. C’è chi fissa questa cifra al tre per cento e chi parla di un aumento dal sette al dieci per cento. Fatto sta che mancano i decreti attuativi e che i ritardi burocratici rendono questi assegni dei veri e propri sogni. «Chi controlla le estrazioni del petrolio su cui si calcolano le royalties spettanti a noi?», rilancia l’instancabile Michele Somma, attivista del Comitato Lucano No Oil. Il presidente della Regione Basilicata De Filippo parla di un ufficio del ministero dello Sviluppo economico che farebbe da controllore; mentre sui ritardi, si afferma che tutto dipende dalla concertazione tra ministeri, perché i dati (ad esempio quelli sui cittadini muniti di patente) arrivano da ministeri diversi. Intanto il tempo passa. Nel frattempo nella Val d’Agri il suolo trema per le scosse delle trivellazioni. I soldi poi arrivano: il grande progetto è quello del parco dell’energia che sarà attivato a Grumento Nova, nel cuore della “Basilicata-Texas”, la terra del petrolio. Percorsi guidati, prove di veicoli a basso consumo, persino un padiglione enorme dedicato allo spettacolo, con cupola geodesica. Idee che fanno sgranare gli occhi in paesi in cui già il cinema o la libreria sono miraggi.
Certo, per tramutare i progetti in oggetti ci vuole un bel po’ e forse non è neanche colpa delle multinazionali. A Marsiconuovo, Comune e Regione si sono “accapigliati” sulla creazione di un Osservatorio ambientale da tempo promesso dopo un contratto di affitto per 30 anni siglato con l’Eni, ma seguito da inerzie e ritardi. Liti politiche e sedute di giunta infuocate. Alla fine, destra e sinistra si rimpallano accuse sul passato. Fatto sta che la gente continua a emigrare, nonostante i pozzi petroliferi dentro casa.
I figli dei contadini sono laureati e vanno a cercare posto (e/o disoccupazione) altrove: «Non è vero che il petrolio ci ha portato lavoro, andate a vedere cosa ci propongono di fare, si parla persino di lavori che durano 15 giorni», dice Stefania, la quale sostiene di adorare la sua terra «ma di essere costretta a lasciarla per sempre».
In realtà, molti paesini suggestivi ma pieni di nulla sono già da tempo abitati solo dai vecchi. Ma è giusto o no estrarre greggio in Lucania, la patria di Quinto Orazio Flacco, la terra pluricitata da Tito Livio e - in tempi più moderni - da Carlo Levi e dai nuovi registi? Il suolo baciato dal sole (dove si potrebbe ricavare tanta energia solare) pervaso dai boschi e dai pascoli? Non è facile dare una risposta immediata.
Ci possono aiutare a riflettere le ultime cifre sulle entrate di comuni e regioni: il calo del prezzo del petrolio e il rapporto euro-dollaro avrebbero anche dimezzato nel 2009 le royalties per le casse lucane, diventate 76 milioni di euro contro i 134 del precedente anno. Questo ci dicono i bilanci calcolati da Eni e Shell. Va bene, ci crediamo, vogliamo crederci. Ma, allora, se le cose stanno così, se si trivella e non si ricava tanto, ne vale la pena? E se ne vale la pena, è ora di chiedersi: chi ne beneficia?
National Geographic Italia (27 ottobre 2010)
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Basilicata; una regione invisibile
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tracieloemandarini
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Ho trovato molto interessante l'articolo che il mensile Focus nel numero 212 di giugno 2010 ha dedicato alla regione Basilicata, intitolandolo "La regione invisibile".
Così inzia la descrizione della Basilicata in un blog- http://90meteo.blogspot.com ,curato da Marco Montagna, veronese credo.
Il post continua così:... Una regione invisibile perchè sconosciuta ai più ma che riserva sorprese e primati incredibili: una regione che non si mette in mostra ed anzi ama stare nell'ombra, e questo le sta dando grandi soddisfazioni, con moltissime curisoità.
Intanto il nome, perchè la Basilicata è l'unica regione italiana che ha un nome ma non il relativo aggettivo per
Così inzia la descrizione della Basilicata in un blog- http://90meteo.blogspot.com ,curato da Marco Montagna, veronese credo.
Il post continua così:... Una regione invisibile perchè sconosciuta ai più ma che riserva sorprese e primati incredibili: una regione che non si mette in mostra ed anzi ama stare nell'ombra, e questo le sta dando grandi soddisfazioni, con moltissime curisoità.
Intanto il nome, perchè la Basilicata è l'unica regione italiana che ha un nome ma non il relativo aggettivo per
Che sorpresa questa Basilicata! Parola di olandese.
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“Sorprendente!” Con questa espressione di stupore Henk de Boer, giornalista olandese, ha commentato il suo viaggio in Basilicata. Per lui infatti è stata una vera sorpresa conoscere questa regione del Sud Italia, territorio di cui non aveva mai sentito parlare prima e di cui ignorava totalmente l’esistenza. La piacevole scoperta sarà oggetto di un focus speciale che occuperà un’intera pagina del quotidiano per il quale scrive, Reformatorisch
26 ott 2010
Ho Scoperto la Basilicata (VIGGIANO)
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Ho scoperto la Basilicata (CASTELMEZZANO e PIETRAPERTOSA)
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Ho Scoperto la Basilicata (-VALLE DEL SINNI-)
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Ho scoperto la Basilicata (video -ALIANO-)
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25 ott 2010
20 ott 2010
Il blog di Ugo
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Ringrazio attraverso questo post Ugo Maria Tassinari, il primo studioso italiano dell’estremismo di destra, oltre che...
"Questo blog è ricco non solo della mia scienza ma anche del contributo appassionato di parecchi amici. C'è chi manda pezzi (o qualche volta li prendo io: comunque per la lista d'onore vedi l'elenco nella colonna in basso a sinistra), chi segnala temi e notizie (e bisognerà trovare la modalità di dare loro pubblico riconoscimento), chi, come Vittorio Zambardino, Giuseppe Melillo e Luigi Cannella mi dà istruzioni su un uso più ricco e appropriato delle tecnologie con cui conservo un rapporto larvatamente luddista. Grazie a questi ultimi contributi il blog ha trovato una veste grafica bella, utile e sostanzialmente definitiva e i contenuti si stanno arricchendo significativamente".
Beh, che dire! Grazie e alla prossima in qualche angolo di mondo lucano ...tra i musicisti e gli sbandati o sui sentieri dove danzano le fate..per dirla come i Ramblers.
giornalista saggista docente accidioso appassionato strafottente applica il suo talento a trasformare le nevrosi in fattori di successo...come si autodefinisce su twitter.
In un post sul suo blog- www.fascinazione.blogspot.com- mi coinvolge pubblicamente nello sviluppo grafico/tecnico di questa sua macchina da guerra. Mi affianca a personaggi del calibro nazionale come Vittorio Zambardino e locali come Luigi Cannella. "Questo blog è ricco non solo della mia scienza ma anche del contributo appassionato di parecchi amici. C'è chi manda pezzi (o qualche volta li prendo io: comunque per la lista d'onore vedi l'elenco nella colonna in basso a sinistra), chi segnala temi e notizie (e bisognerà trovare la modalità di dare loro pubblico riconoscimento), chi, come Vittorio Zambardino, Giuseppe Melillo e Luigi Cannella mi dà istruzioni su un uso più ricco e appropriato delle tecnologie con cui conservo un rapporto larvatamente luddista. Grazie a questi ultimi contributi il blog ha trovato una veste grafica bella, utile e sostanzialmente definitiva e i contenuti si stanno arricchendo significativamente".
Beh, che dire! Grazie e alla prossima in qualche angolo di mondo lucano ...tra i musicisti e gli sbandati o sui sentieri dove danzano le fate..per dirla come i Ramblers.
16 ott 2010
Moratti e il fascino della Basilicata
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Il presidente dell'Inter in trasferta lucana: «Che peccato non aver scoperto prima questa terra».
SAN MAURO FORTE - A volte i sogni possono diventare realtà. E così è stato per tutti i tifosi neroazzurri di San Mauro e paesi limitrofi che hanno visto realizzare il loro sogno più grande: stringere la mano, scattare foto, strappare un autografo al presidentissimo dell’Inter, Massimo Moratti,
SAN MAURO FORTE - A volte i sogni possono diventare realtà. E così è stato per tutti i tifosi neroazzurri di San Mauro e paesi limitrofi che hanno visto realizzare il loro sogno più grande: stringere la mano, scattare foto, strappare un autografo al presidentissimo dell’Inter, Massimo Moratti,
12 ott 2010
I Savoia in Basilicata: dipinto di un'epoca e della sua stampa.
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Nonostante il forte contributo dato dalla Provincia di Basilicata alla lotta risorgimentale i regnanti di Casa Savoia visitarono Potenza soltanto nel gennaio del 1881. Un dettagliato racconto di quella visita, avvenuta nei giorni 25, 26 e 27 gennaio, è contenuto nella “Cronaca potentina” di Raffaele Riviello il quale non dimentica di sottolineare come “il sentimento di ospitalità e di riverenza verso il Re Umberto prese il carattere di generoso dovere per l’attentato di Passannante, nativo di Salvia, oggi Savoia di Lucania, Comune della nostra Provincia”1, quasi a dimostrare al resto d’Italia la fedeltà della Basilicata ai Sovrani.
In città l’entusiasmo era alle stelle.
Nulla venne lasciato al caso per ricevere degnamente il Re Umberto, la Regina Margherita ed il principe Amedeo, di ritorno dal viaggio in Sicilia e nelle Calabrie. Il Palazzo della Prefettura venne tappezzato e decorato “con lusso di reggia”, le strade furono risistemate e adeguatamente illuminate. Furono piantati fiori ed alberi e i palazzi vennero addobbati con bandiere, drappi, lumi, festoni. Al Municipio vennero anticipate cospicue somme, nonostante il dissesto delle finanze.
Dalle singole amministrazioni (la sola Provincia spese lire 215.739,40) alle società private, dai negozianti ai singoli cittadini, tutti furono impegnati in
I Savoia a Potenza. 1881 ? |
Nulla venne lasciato al caso per ricevere degnamente il Re Umberto, la Regina Margherita ed il principe Amedeo, di ritorno dal viaggio in Sicilia e nelle Calabrie. Il Palazzo della Prefettura venne tappezzato e decorato “con lusso di reggia”, le strade furono risistemate e adeguatamente illuminate. Furono piantati fiori ed alberi e i palazzi vennero addobbati con bandiere, drappi, lumi, festoni. Al Municipio vennero anticipate cospicue somme, nonostante il dissesto delle finanze.
Dalle singole amministrazioni (la sola Provincia spese lire 215.739,40) alle società private, dai negozianti ai singoli cittadini, tutti furono impegnati in
L'antica storia della abbandonata Uggiano - Basilicata e Castelli
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Il castrum di Uggiano: un abbandono di sei secoli.
“Eppure in quella vecchia [opera] vi era una qualche vitalità,
una qualche misteriosa e suggestiva traccia di quel che essa era stata [.......];
una qualche soavità in quelle linee morbide modellate dal vento e dalla pioggia”.
J. Ruskin, Le sette lampade dell’architettura, trad. it. R. M. Pivetti, Milano, 1981, pag. 227
Su uno spiazzo di poco più di un ettaro, alla sommità diuna collinetta dalle pendici che degradano bruscamente verso la valle della Salandrella e del canale della Lavannara, svettano tra gli sterpi, in uno stato di precario equilibrio, i tratti superstiti della cinta muraria diruta e i resti della torre quadrata che sino a trent’anni or sono era incorniciata
una qualche misteriosa e suggestiva traccia di quel che essa era stata [.......];
una qualche soavità in quelle linee morbide modellate dal vento e dalla pioggia”.
J. Ruskin, Le sette lampade dell’architettura, trad. it. R. M. Pivetti, Milano, 1981, pag. 227
Su uno spiazzo di poco più di un ettaro, alla sommità diuna collinetta dalle pendici che degradano bruscamente verso la valle della Salandrella e del canale della Lavannara, svettano tra gli sterpi, in uno stato di precario equilibrio, i tratti superstiti della cinta muraria diruta e i resti della torre quadrata che sino a trent’anni or sono era incorniciata
5 ott 2010
Basilicata e briganti - alcune lettere (7)
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Scritte nel 1862 da Nicola Battista Passarelli materano e inviate a Napoli al suo conterraneo Leonardo Passarelli per aggiornarlo sullo stato delle cose nel materano (parte 7)
8 novembre 1862
"....Circa a' briganti siamo sempre all'istesso,Coppolone non si muove da soliti luoghi,cioè S.Vito,Imperatore,Selva di Venusio,S.Andrea,Bosco della Bruna,ecc. Serra Valle poi, Rifeccia, Picciano, Timmari, Coste di Grottole ecc. Quasi ogni giorno escono in perlustrazioni di Nazionali e truppa mista,ma è tempo perduto.Io sono sicuro che quest'inverno non troppo saremo molestati da' briganti che si limiteranno a' soliti ricatti,e rapine alle masserie,ma temo fortemente per la primavera quando le truppe con tutta probabilità saranno ad alzare la testa.Il tempo propizio a poterli esterminare è l'attuale stagione,ma pare che la truppa non vuole saperne nulla.Del resto speriamo che quel Dio che ci a' soccorso fin'oggi,vorrà continuare ad aiutarci.Non mi dilungo perchè è tardi e la posta parte appena che giunge essendo ridotte brevi le giornate.Noi stiamo facendo una strage di volpi e lepori che ce ne stanno in gran quantità,ma dobbiamo adare in compagnia,e con cautela.Si pensa di fare una caccia a mena in Timmari e Picciano che ci sta una caccia Reale,ma ci uniremo co' Grottolesi e Miglionichesi.Beccacce finora non ne sono calate,Ciccillo ieri ne uccise una ed è stat la prima...."
http://www.lucanineuropa.eu/BrigantiLucani2.asp
8 novembre 1862
"....Circa a' briganti siamo sempre all'istesso,Coppolone non si muove da soliti luoghi,cioè S.Vito,Imperatore,Selva di Venusio,S.Andrea,Bosco della Bruna,ecc. Serra Valle poi, Rifeccia, Picciano, Timmari, Coste di Grottole ecc. Quasi ogni giorno escono in perlustrazioni di Nazionali e truppa mista,ma è tempo perduto.Io sono sicuro che quest'inverno non troppo saremo molestati da' briganti che si limiteranno a' soliti ricatti,e rapine alle masserie,ma temo fortemente per la primavera quando le truppe con tutta probabilità saranno ad alzare la testa.Il tempo propizio a poterli esterminare è l'attuale stagione,ma pare che la truppa non vuole saperne nulla.Del resto speriamo che quel Dio che ci a' soccorso fin'oggi,vorrà continuare ad aiutarci.Non mi dilungo perchè è tardi e la posta parte appena che giunge essendo ridotte brevi le giornate.Noi stiamo facendo una strage di volpi e lepori che ce ne stanno in gran quantità,ma dobbiamo adare in compagnia,e con cautela.Si pensa di fare una caccia a mena in Timmari e Picciano che ci sta una caccia Reale,ma ci uniremo co' Grottolesi e Miglionichesi.Beccacce finora non ne sono calate,Ciccillo ieri ne uccise una ed è stat la prima...."
http://www.lucanineuropa.eu/BrigantiLucani2.asp
Basilicata e briganti - alcune lettere (6)
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Scritte nel 1862 da Nicola Battista Passarelli materano e inviate a Napoli al suo conterraneo Leonardo Passarelli per aggiornarlo sullo stato delle cose nel materano (parte 6)
9 Ottobre 1862
"....I briganti non si allontanano dal nostro tenimento grazie alla bontà dei signori proprietari che non gli fanno mancare nulla.Ieri sera si presero due cavalli e delle fave dalla masseria di Dragone a Serra La Stella,e fecero casa del diavolo perchè non gli avevano fatto trovare la biada.Non passerà molto e sentirete che Serravalle
farà qualche grosso ricatto a qualche porco grosso di Matera,giacchè non si allontana dalla Rifecci,che conosce palmo palmo,e voi sapete il suo solito......"
22 Ottobre 1862
"....I briganti non si sono mai allontanati dal nostro tenimento,qualche volta hanno fatto Briganti da internetqualche escursione,e quindi sono ricomparsi.Avant'ieri alla Rifeccia 52 briganti ebbero un piccolo scontro con 45 soldati di linea,che provocarono tirandogli una immensità di fucilate fuori tiro,ma quando i soldati si avvicinarono,e li caricarono alla baionetta,montarono a cavallo e
9 Ottobre 1862
"....I briganti non si allontanano dal nostro tenimento grazie alla bontà dei signori proprietari che non gli fanno mancare nulla.Ieri sera si presero due cavalli e delle fave dalla masseria di Dragone a Serra La Stella,e fecero casa del diavolo perchè non gli avevano fatto trovare la biada.Non passerà molto e sentirete che Serravalle
Accampamento dei briganti. Harper's magazine |
22 Ottobre 1862
"....I briganti non si sono mai allontanati dal nostro tenimento,qualche volta hanno fatto Briganti da internetqualche escursione,e quindi sono ricomparsi.Avant'ieri alla Rifeccia 52 briganti ebbero un piccolo scontro con 45 soldati di linea,che provocarono tirandogli una immensità di fucilate fuori tiro,ma quando i soldati si avvicinarono,e li caricarono alla baionetta,montarono a cavallo e
Basilicata e briganti - alcune lettere ( 5)
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tracieloemandarini
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Scritte nel 1862 da Nicola Battista Passarelli materano e inviate a Napoli al suo conterraneo Leonardo Passarelli per aggiornarlo sullo stato delle cose nel materano (parte 5)
9 Ottobre 1862
"...La posizione nostra relativamente al brigantaggio è sempre l'istessa,se non vogliamo dirla peggiore.Ieri verso le 5 ore di notte mentre mi caricava bussò alla porta di casa briganti da internetAdelmo Monaco,ed essendo andato ad aprirgli disse che avrebbe voluto Ciccillo e Peppino per fare una spedizione in campagna.Dissi che avrei voluto far parte anch'io,chiamai i fratelli e partimmo verso le ore 7 in n.18 paesani e
3 carabinieri.Girammo tutta la notte per la selva,visitammo l'ovile di Alvini,quello di Mario ferri,la masseria del fu Gattini,altri ovili ecc.ecc. e poi ce ne calammo dalla Murgia per la Masseria di Passarelli senza incontrare un diavolo,solo acqua,fango,pietracce,e nulla di meglio.Scopo della nostra spedizione era che si ebbe l'avviso da Monaco come altri 5 pastori si erano dati in campagna,e non ancora si erano aggiunti co' briganti che andavano cercando nell'ovile di Alvini,ma noi non li trovammo.Ma pare la nostra speidizione non fu del tutto inutile.Saverio Ruggiero,ed altri cinque compagni al ritorno si staccarono da noi verso Cozzica per cacceggiare e si imbatterono in due pastori che dissero di essere stati presi per forza,e li arrestarono,altri due se ne presentarono la sera a 4 ore,che pure dissero di essere stati presi a forza,e sono stati arrestati e passati al potere giudiziario.Il 5° non si è presentato ne si presenterà,perchè è una cattiva bestia di famiglia di ladri,e questo è stato anche Garibaldino.Abbiamo la solita comitiva di coppolone che aumenta di giorno in giorno,perchè niuno la molesta,e tutti la sussidiano,e non si muove da tenimento di Matera,Pomarico,e Montescaglioso.Serravalle idem,ma qualche volta si allontana
9 Ottobre 1862
"...La posizione nostra relativamente al brigantaggio è sempre l'istessa,se non vogliamo dirla peggiore.Ieri verso le 5 ore di notte mentre mi caricava bussò alla porta di casa briganti da internetAdelmo Monaco,ed essendo andato ad aprirgli disse che avrebbe voluto Ciccillo e Peppino per fare una spedizione in campagna.Dissi che avrei voluto far parte anch'io,chiamai i fratelli e partimmo verso le ore 7 in n.18 paesani e
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Basilicata e briganti - alcune lettere ( 4)
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tracieloemandarini
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Scritte nel 1862 da Nicola Battista Passarelli materano e inviate a Napoli al suo conterraneo Leonardo Passarelli per aggiornarlo sullo stato delle cose nel materano (parte 4)
29 Settembre 1862
"....Vi scrivo qualche cosa di qui credendo farvi cosa grata. Pare che i briganti si siano allontanati da qui perchè una colonna mobile di circa 2000 tra bersaglieri e linea ed i briganti benissimo informati se l'anno svignata,ma quanto meno lo crediamo li vedremo ricomparire,giacchè non si vuole tenere un piano combinato,ed i briganti,che conoscono tutte le mosse de' militari,li scansano sempre.
Circa quattro giorni addietro si ritirò un capo gualanodi Giudicepietro che è un buon uomo,ed era stato preso a forza dà briganti.Si presentò pure un grassanese che formava parte della banda del fu Capo Brigante Saettone che per gelosia fu ucciso da Paolo Serravalle e si pose alla testa della sua compagnia.Dal racconto di questi si rivela che i briganti operano di concerto,che la notte ricevono corrieri da compagni,e agiscono con la masiima intelligenza. Nelle ore di riposo,fanno cartocci,tirano al bersaglio,e si esercitano ad evoluzioni militari.La banda di Serravalle colla aggiunta del fu Saettone è di 50 individui,quella di Coppolone di 26,ma con le reclute ultimamente fatte giungono ad un centinaio.Pare che avessero preso la strada di Bernalda,e quindi siano andati verso Salandra,ed un giorno stavano in una masseria sotto Ferrandina,e si mangiarono una vitella.Il tenenteMandrini scrisse ieri che nel Melfese vi è una compagnia di più di 300 individui che si battono
29 Settembre 1862
"....Vi scrivo qualche cosa di qui credendo farvi cosa grata. Pare che i briganti si siano allontanati da qui perchè una colonna mobile di circa 2000 tra bersaglieri e linea ed i briganti benissimo informati se l'anno svignata,ma quanto meno lo crediamo li vedremo ricomparire,giacchè non si vuole tenere un piano combinato,ed i briganti,che conoscono tutte le mosse de' militari,li scansano sempre.
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Basilicata e briganti - alcune lettere (3)
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tracieloemandarini
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Scritte nel 1862 da Nicola Battista Passarelli materano e inviate a Napoli al suo conterraneo Leonardo Passarelli per aggiornarlo sullo stato delle cose nel materano (parte 3)
16 Agosto 1862
"...Il brigantaggio continua essendosi ormai resa una malattia cronica che ora più,ora meno ci molesta.Che volete che vi dica? Non si vuol prendere nessun espediente per farlo finire.Qui abbiamo due delegati di P.Sicurezza,un Cancelliere,e 10 guardie che fanno?Quale benchè menomo sergigio hanno reso fino ad oggi?
Non fanno nulla,precisamente nulla.E' pure qui vi è un comitato borbonico,e pure i briganti ànno avuto ed ànno relazione con paese,ed intanto ? Rubano il soldo! qui tutti i buoni cittadini sono in agitazione per la scappata fatta da Garibaldi,e si teme che potesse nascere una guerra civile.Speriamo che Iddio voglia continuare a proteggere l'Italia,ma intanto vi dico che siamo in seria apprensione,dacchè vedreste il brigantaggio che sta crescendo,avanzarsi a dismisura,ed i borbonici,ed i clericali che già cominciano a ridere ,e sperare nelle scissure ed intemperanze,menar trionfo e godersela.Ripeto,speriamo che la cosa abbia buona soluzione,e tutto finisca,altrimenti sono guai..."
20 Agosto 1862
"...Qui nel nostro distretto il brigantaggio è ben poca cosa,avant'ieri quattro compagni di Coppolone furono addosso a sette pisticcesi che scortavani il signor Dellosso,ma ebbere pane per focaccia,che due briganti
16 Agosto 1862
"...Il brigantaggio continua essendosi ormai resa una malattia cronica che ora più,ora meno ci molesta.Che volete che vi dica? Non si vuol prendere nessun espediente per farlo finire.Qui abbiamo due delegati di P.Sicurezza,un Cancelliere,e 10 guardie che fanno?Quale benchè menomo sergigio hanno reso fino ad oggi?
Le avventure del brigante Crocco nei pannelli usati dai cantastorie del periodo |
20 Agosto 1862
"...Qui nel nostro distretto il brigantaggio è ben poca cosa,avant'ieri quattro compagni di Coppolone furono addosso a sette pisticcesi che scortavani il signor Dellosso,ma ebbere pane per focaccia,che due briganti
Basilicata e briganti - alcune lettere ( 2)
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Scritte nel 1862 da Nicola Battista Passarelli materano e inviate a Napoli al suo conterraneo Leonardo Passarelli per aggiornarlo sullo stato delle cose nel materano (parte 2)
10 Febbraio 1862
"Per ora qui non vi sono novità,speriamo stare sempre quieti.Ieri ritornò da Pisticci un certo Gaeta seminarista,e mi disse che vi è un forte stuolo di briganti verso Tursi ed Anglona,ma che dovevano essre attaccati in quell'istesso giorno dà nazionali di Tursi,Pisticci,Montalbano,Bernalda,ecc..,ed altra forza regolare.Finora non so qual'è stato l'esito,ma speriamo che sieno stati distrutti...."
28 Maggio 1862
"...Il brigantaggio va cessando,ma quantunque le basi le più numerose non sieno che di 12 o 15,pure non cessano di molestare i viadanti e le masserie.Oggi vi hanno preso tre cavalli di Gattini,e ieri vi fu un ricatto ad un massarotto di Pomarico.Se la polizia fosse più attiva,il brigantaggio non avrebbe più vita.I soli carabinieri non rubano il soldo.Del resto speriamo che la povera Italia migliori di giorno in giorno nonostante i cattivi che creperann...."
16 luglio 1862
"...Qui grazie a dio stiamo piuttosto tranquilli,quantunque il brigantaggio sia alquanto aumentato,e producono del danno con incendiare il ricolto,uccidere animali ed anche delle persone,e mantenere le strade non
Briganti che tendono un'imboscata. Immagine apparso su un giornale americano |
10 Febbraio 1862
"Per ora qui non vi sono novità,speriamo stare sempre quieti.Ieri ritornò da Pisticci un certo Gaeta seminarista,e mi disse che vi è un forte stuolo di briganti verso Tursi ed Anglona,ma che dovevano essre attaccati in quell'istesso giorno dà nazionali di Tursi,Pisticci,Montalbano,Bernalda,ecc..,ed altra forza regolare.Finora non so qual'è stato l'esito,ma speriamo che sieno stati distrutti...."
28 Maggio 1862
"...Il brigantaggio va cessando,ma quantunque le basi le più numerose non sieno che di 12 o 15,pure non cessano di molestare i viadanti e le masserie.Oggi vi hanno preso tre cavalli di Gattini,e ieri vi fu un ricatto ad un massarotto di Pomarico.Se la polizia fosse più attiva,il brigantaggio non avrebbe più vita.I soli carabinieri non rubano il soldo.Del resto speriamo che la povera Italia migliori di giorno in giorno nonostante i cattivi che creperann...."
16 luglio 1862
"...Qui grazie a dio stiamo piuttosto tranquilli,quantunque il brigantaggio sia alquanto aumentato,e producono del danno con incendiare il ricolto,uccidere animali ed anche delle persone,e mantenere le strade non
Basilicata e Briganti- alcune lettere 1
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Scritte nel 1862 da Nicola Battista Passarelli materano e inviate a Napoli al suo conterraneo Leonardo Passarelli per aggiornarlo sullo stato delle cose nel materano (parte 1)
Matera 27 gennaio 1862
"...Qui tutto procede press'a poco come quando voi eravate qui.l'unica cosa che un poco intorpida l'orizzonte tranquillo del paese,è il dissenso del maggiore comandante di piazza.Sarebbe desiderabilissimo che si andasse a far .....! Circa i briganti stiamo un pò quieti,ma ciò non pertanto vi sono varie piccole compagnie nella provincia,che certo non fanno del bene.Nel bosco di Montescaglioso ve n'è una di circa 30 persone a piedi,ed a cavallo,che ora si vedono verso Bernalda,ora verso Pisticci,ora nel tenimento di Ginosa,e Castellaneta,ora stanno uniti,ora si dividono.Ninco Nanco e Crocco stanno verso Tolve e circa 10 giorni addietro fecero fuoco sopra a Donato Vincenzo Motta ferendolo leggermente,ed offendendo gravemente uno dei suoi guardiani.Questi hanno una compagnia di circa 12 persone a cavallo. Un tale Cavalcanti di Corleto audacissimo Capo-o-Brigante,si raggira in què dintorni con circa 30 malviventi.Un altro celebre bandito Coppa di Rionero, che per dinotare la sua propensione al sangue si firma Coppa il Beccaio,si raggira con 12 compagni a cavallo nel bosco di Lagopesole.Un'altra diecina scorrazzano tra il tenimento di Grottole, e la
Le taglie |
Matera 27 gennaio 1862
"...Qui tutto procede press'a poco come quando voi eravate qui.l'unica cosa che un poco intorpida l'orizzonte tranquillo del paese,è il dissenso del maggiore comandante di piazza.Sarebbe desiderabilissimo che si andasse a far .....! Circa i briganti stiamo un pò quieti,ma ciò non pertanto vi sono varie piccole compagnie nella provincia,che certo non fanno del bene.Nel bosco di Montescaglioso ve n'è una di circa 30 persone a piedi,ed a cavallo,che ora si vedono verso Bernalda,ora verso Pisticci,ora nel tenimento di Ginosa,e Castellaneta,ora stanno uniti,ora si dividono.Ninco Nanco e Crocco stanno verso Tolve e circa 10 giorni addietro fecero fuoco sopra a Donato Vincenzo Motta ferendolo leggermente,ed offendendo gravemente uno dei suoi guardiani.Questi hanno una compagnia di circa 12 persone a cavallo. Un tale Cavalcanti di Corleto audacissimo Capo-o-Brigante,si raggira in què dintorni con circa 30 malviventi.Un altro celebre bandito Coppa di Rionero, che per dinotare la sua propensione al sangue si firma Coppa il Beccaio,si raggira con 12 compagni a cavallo nel bosco di Lagopesole.Un'altra diecina scorrazzano tra il tenimento di Grottole, e la
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