21 gen 2015

Metti un giorno con Don Pasta, Rocco, Antonello e le nonne di Basilicata.

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"Uagliò, tienti pronto che dobbiamo fare un giro?" 
"Un giro? Vabbuò, ma dove?" 
"Non ti preoccupare. " 
" Rocchì di solito non mi preoccupo, ma se lo dici tu incomincio a preoccuparmi." 
"Conosci Don Pasta?" 
" Don chi?" 
" Don Pasta!!!"
" No! E' grave?" 
" E insomma! Vediamoci che ti spiego!". 
Questa è stata la telefonata tra me e Rocco, uomo che si nutre di vini e utopie, compagno
antico con cui di tanto in tanto ci si incontra, quasi sempre per sbaglio!
Fatto sta che di li a qualche giorno mi trovai in auto in giro per la Basilicata alla ricerca di nonne, impasti, storie e cucina.
Tutto bello se non fosse per il fatto che Rocco guida come un autista del camion dei rifiuti e io mi sentivo un sacco della spazzatura, sballottolato ad ogni curva. E le strade, qui da noi, sono piene di curve.
Con Antonello, vicino di posto, ci guardavamo e gli dicevo: "Tranquillo, resisti! Qualche altro chilometro e arriviamo ad Anzi!"
Rocco e Don Pasta parlavano di paesaggi, luoghi, cibi e altro ancora. Come vecchi amici. Io e Antonello in silenzio eravamo, invece in silenzio, aggrappati al maniglione dell'auto e concentrati a non subire la forza centrifuga e centripeta della guida sportiva...
Sbarchiamo nella piazzetta di Anzi.

Qui ci aspetta Rocco, un altro Rocco, nipote e gancio della signora che incontreremo.
Lo seguiamo e ci inoltriamo tra i vicoli verso la casa della signora Maria.
Neanche il tempo di dire buongiorno e ci sentiamo a casa. La signora, la figlia, il nipote hanno il dono dell'ospitalità genuina, sincera. Un'ospitalità e accoglienza fatta di sostanza e svuotata di forma.









La signora Maria si mostra pian piano in tutta la sua bellezza. I suoi racconti, mentre prepara l'impasto per la pasta, si fanno sempre più vivi e intensi. Pezzi di vita, aneddoti, storie lontane e quotidiane. Racconti di sofferenza con il sorriso sulle labbra. Rimaniano a pranzo da lei e dalla sua famiglia. Altre storie e racconti. Tra risate e vino. Tra pasta e amicizia. Il piccante, i formaggi, i peperoni cruschi. Tutto accompagnato dallo sguardo curioso e mai severo della signora Maria.

Intanto il tempo trascorre. C'è un tempo che ci impone dei ritmi e delle regole e un tempo, quello lucano che si nutre di anarchia e lentezza.

Dobbiamo andare. Ci aspettano in una contrada di Ruoti. Altre nonne ci racconteranno storie di pasta e vita. Lasciamo Anzi.



Intanto la nebbia si fa fa sempre più densa. Ma il vino aiuta a non avvertire l'umidità che ci circonda.


Arrivati a Ruoti, un'intera famiglia di tre generazione ci accoglie. E anche qua il viaggio inizia tra storie e cibi da raccogliere e che si incrociano mischiandosi.





E ci sono sapienze e saperi che si trasmettono. Una bambina di 7/8 anni, ripete i gesti della nonna mentre impasta.





















Il caminetto e i fagioli a cuocere nella pignata di terracotta di fan dimenticare che la giornata non è finita.Ci chiamano da Potenza. Vogliono sapere quando arriviamo.



C'è gente che aspetta Don Pasta. Vogliono ascoltarlo. Hanno letto il suo libro, Ora vogliono ascoltare lui.C'è anche Franco Arminio che aspetta Don Pasta. Insieme presenteranno questo libro.
Inconsciamente abbiamo sequestrato Don Pasta. E lui si non ha opposto resistenza. Anzi, direi che è stato compiacente.

Andiamo verso la città e le sue luci.
La nebbia, la pasta, la farina, le uova, il caminetto, i fagioli, il cinghiale e tanto altro sembrano lontani.
Sembrano, ma non lo sono per chi cerca storie e vite e non si accontenta dei recapiti e non si fida del navigatore.
 E per quelli che come dice Rocco: "Non amiamo le riduzioni di Scalogno", siamo fatti di mani, acqua, terra e fuoco. Siamo sugo e soffritto, siamo pasta fatta con le mani, con i sogni e con l'amore."

Vedi le Foto: Don Pasta:Selecter e la Basilicata



































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