In un post passato scrivevo di come il "mangiare è un atto agricolo e rivoluzionario" .
Noi possiamo non essere solo semplici consumatori passivi, ma compartecipi della creazione dei sistemi che ci nutrono. Ma l'atto presuppone un atteggiamento, dei protagonisti e una visione tutti collegati simbioticamente.
Se uno solo dei passaggi è inquinato l'intero processo, per quanto idealmente puro, sarà irrimediabilmente inquinato.
E l'atto agricolo ha bisogno di una terra e di agricoltori che sappiano il mestiere del contadino, che abbiano l'occhio del contadino e che recuperino il cuore del contadino. E capita che la terra diventi riscatto e redenzione.
Leggevo "Terroni e campesindios" e mi imbatto nella storia di Xavier, figlio di indigeni sfruttati, e la sua storia si incrocia con quella di Rocco Scotellaro.
Noi possiamo non essere solo semplici consumatori passivi, ma compartecipi della creazione dei sistemi che ci nutrono. Ma l'atto presuppone un atteggiamento, dei protagonisti e una visione tutti collegati simbioticamente.
Se uno solo dei passaggi è inquinato l'intero processo, per quanto idealmente puro, sarà irrimediabilmente inquinato.
E l'atto agricolo ha bisogno di una terra e di agricoltori che sappiano il mestiere del contadino, che abbiano l'occhio del contadino e che recuperino il cuore del contadino. E capita che la terra diventi riscatto e redenzione.
Leggevo "Terroni e campesindios" e mi imbatto nella storia di Xavier, figlio di indigeni sfruttati, e la sua storia si incrocia con quella di Rocco Scotellaro.
""Xavier, figlio di indigeni sfruttati per decenni, costretti all'esilio dalla terra, ha pensato alla sua dignità come a una condizione che poteva realizzarsi solo ritornando a coltivare la terra dei suoi, a usare con rispetto le risorse della Pachamama, a tessere un'esistenza basata sulla condivisione della ricchezza e della