Ho saputo che il
maestro cartapestaio Raffaele Pentasuglia costruirà il carro trionfale della Bruna per il 2019. Felice per lui, ma tanto.
Questa notizia mi ha riportato alla mente i momenti vissuti nella edizione 2018 della Festa
vissuta intensamente dall'interno dall'interno, dalla fabbrica del carro, i cui regnava quel silenzio denso, tipico prima della tempesta, e poi muovendomi per le piazze le strade della città, anticipando di qualche decina di metri il carro e i cavalieri, attraversando i cordoni di sicurezza delel forze dell'Ordine e degli Angeli del carro, la folla immensa, e salendo su balconi e terrazze fino all'epigologo, lo
strazzo, a tarda sera, in piazza.
Tra i tanti aspetti che mi colpirono, uno solleticò il mio immaginario:
il santo viandante e su questa immagine ho scritto una
storia vera dei giorni a seguire.
Storia che ripubblico qui dopo essere stata pubblicata su
Basilicata Media.
Da quando ho memoria ho visto i santi “camminare”, ho visto pure santi salire sulle barche e solcare i mari, ho visto la Madonna spostarsi dalle montagne verso le valli e dalle valli verso le montagne. E ogni Madonna aveva un nome diverso, ma solo per sentirla più vicina e familiare come i luoghi da Lei attraversati. Ho sentito bande musicali accompagnare il cammino dei santi lungo le vie del paese e bambini gioiosi agitarsi intorno e donne preganti ordinate in fila come soldati a cantarne le lodi. Li ho visti uscire ed entrare dalle chiese, dai santuari, in processione e in parata. Li ho seguiti tra le mestizia delle luci serali e il silenzio delle vie o tra lo sfavillio delle luminarie e il baccano dei festanti.
Ma non ho mai visto un santo camminare solo e prendere una strada per conto suo.
Ovunque andasse e in qualsiasi occasione era sempre accompagnato e si sapeva dove trovarlo. Si conoscono i percorsi, le soste, l’inizio, la fine