9 mag 2008
Il turista fotofago
Pubblicato da
tracieloemandarini
,
Il turista fotofago, e lo snobismo del viaggiatore
Il Diario di Repubblica dedica un servizo all’arte del viaggiare, con interventi di Francesco Merlo, Guido Viale, e l’antropologo Marc Augè. Merlo spiega la mutazione genetica del viaggio moderno e il numero chiuso di ingressi e dello spopolamento di Venezia, argomenta con acutezza come sia probabilmente inevitabile la “pompeizzazione” delle città meta di turismo:
Del resto, cosa ammalia un turista se non una bella rovina? Persino le agenzie di viaggio e gli autisti di pullman hanno ormai capito che quel che rende bello il panorama non è la conservazione della sua architettura ma la sua rovina. […] E’ questa la forza-disgrazia del turismo: rendere eterna la rovina, mummificandola. Il turismo è la rovina oltre la rovina. E’ la rovina della rovina.
I turisti, secondo Merlo, sono parassiti, che anzichè sangue e umori cadaverici, succhiano immagini dai luoghi ormai morti.
Turismo viene da “tour” - spiega Guido Viale. E’ la tradizione del Grand Tour, che molti bei libri hanno raccontato. Il viaggio che i giovani aristocratici facevano un tempo per acculturarsi, quasi sempre in Italia, seguiti da stuoli di servi e cumuli di bauli. Viaggio di formazione, che con il tempo ha assunto nuove attribuzioni: viaggio d’affari, esotico, sanitario, religioso, sportivo, sessuale…
Marc Augè, antropologo famoso per aver “inventato” i non-luoghi, aggiunge un tassello importante, un po’ consolatorio, ma che è anche una frecciata a molti di noi. Nel turista che sbrana le immagini dei luoghi morti, che “fugge la solitudine, si muove in gruppo e non vuole essere turbato da ciò che incontra”, dall’incontro con l’altro, resiste però, chissà quanto strenuamente, il ricordo lontano del viaggiatore che fu…
Anche il viaggio organizzato più banale può sembrare un’avventura capace di procurare intense emozioni. La critica del turismo, quindi, non deve cadere nello snobismo, che, per inciso, caratterizza quei turisti che vorrebbero essere gli unici ad approfittare di un dato luogo. Costoro sono sempre i primi a criticare ferocemente gli altri turisti.
Che dire? Touchè.
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