"Quel 4 Novembre del 1966, a Firenze, il fiume Arno, gonfio di acqua scura e fangosa tracimò e inondò la città travolgendo tutto ciò che trovava sul proprio cammino. Quando le acque defluirono restò solo la distruzione."All’inizio gli aiuti giunsero da un esercito di giovani e meno giovani che si mobilitarono da ogni parte del mondo per salvare dal fango e dalla melma e strappare dal silenzio eterno secoli di Arte e di Storia. Vennero chiamati “gli angeli del fango”.
Nel Metapontino dopo le alluvioni di febbraio e marzo, quando le acque si sono ritirate, un intero mondo era sommerso di fanghiglia e melma. Intere vite e anni di sforzi e sacrifici sepolti e trascinati nel fango. Nel COM, centro operativo misto, a Metaponto in molti chiedevano aiuti e interventi per liberare le case dal fango. I vigili del fuoco nicchiavano, l’esercito era esitante, le informazioni il più delle volte inesatte. In questa situazione di precarietà e desolazione un gruppo di volontari della Protezione Civile del Gruppo Lucano , si sono ritagliati uno spazio distinguibile, divenendo un punto di riferimento per molte famiglie lasciate sole alle prese con il fango e il recupero di ciò che era scampato all’alluvione.
Una sessantina di volontari si sono accampati, con il loro campo mobile, presso il palazzetto di Metaponto
lido. Quasi tutti lucani, Savoia, Banzi, Viggiano, Acerenza, Calvello, solo per citare alcuni luoghi di provenienza. Luigi, Pasquale, Gerardo, Rocco, nomi comuni di ragazzi che hanno scelto un modo diverso di vivere e partecipare in questo mondo. Qualcuno si dovrà sposare entro un mese e ha lasciato i preparativi del matrimonio perché questo in questo dramma” non è il momento di pensare a se stessi”. Hanno lasciato la loro quotidianità per accorrere in aiuto della gente alluvionata. Qualcuno era anche contrariato per come si erano sviluppati gli avvenimenti:” All’Aquila, per i soccorsi post terremoto, siamo stati i primi ad arrivare” racconta” mentre qui in Basilicata è servita una settimana per capire come potevano impiegarci”.
Le squadre della Protezione Civile del Gruppo Lucano, non si sono fermate dove altri hanno vagheggiato, anzi armati di pale hanno liberato e ripulito case e spazi dal fango e dato una spinta emotiva a ricominciare agli abitanti di questi luoghi. Nelle loro tute gialle, con sorrisi e lavoro non hanno mai arretrato neanche di fronte a operazione faticose.
Vedendo questi ragazzi all'opera, al lavoro in modo incessante, qualcuno li ha accostati ai ragazzi di Firenze, gli angeli del fango, al lavoro dopo l'esondazione dell'Arno. I popolani Basento e Bradano non saranno mai celebri come l'aristocratico Arno, ma il fango non fa distinzione tra artisti e contadini, tra architetti e manovali. Il Fango è democraticamente devastante. Qualcuno un po’ per ringraziarli, un po’ perche ci ha creduto sul serio ha chiamato questi ragazzi ”gli angeli del fango lucani”.
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23 mar 2011
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