Lo senti che arriva.
L’aria sa di stoppie arse e
di polvere di terra.
Porta con se il colore rosso caldo dei peperoni messi ad
essiccare.
Se lo conosci e ci convivi da sempre ti accorgi del retrogusto zuccherino dei fichi ormai maturi.
E al suo arrivo, il mondo al’improvviso si placa e nei borghi il
silenzio è spezzato dai maschi delle cicale che con il loro frinire frenetico innalzano
canti di corteggiamento.
Evita le madonne i santi e i signori al riparo nelle loro dimore.
Conosce le parole dei poeti e le voci dei
migranti.
Si posa sul sudore della fatica.
Sa il rispetto dei pescatori , la diffidenza
degli agricoltori e il timore degli
anziani.
Il mare si
placa, l’uva soffre e i mandarini resistono e la mente si rivolge ormai solo al
passato.
Quando mena
lo scirocco bisogna stare attenti!
E si infila sottopelle dolcemente, proprio come le spine dei
fichi d’india.
Guai se ti prende dentro! “Trasforma la realtà abusata e la rende irreale”
Ti trascina con se e si insinua tra i ricordi, tra le speranze, nei
sentimenti.
E’ il vento dei folli, dei visionari, degli
innamorati.
E’ il vento degli sciroccati.