25 ago 2014

Scirocco

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Lo senti che arriva. 
L’aria sa di stoppie arse e di polvere di terra. 

Porta con se il colore rosso caldo dei peperoni messi ad essiccare.
Se lo conosci e ci convivi da sempre ti accorgi del retrogusto zuccherino dei fichi ormai maturi.

E al suo arrivo, il mondo al’improvviso si placa e nei borghi il silenzio è spezzato dai maschi delle cicale che con il loro frinire frenetico innalzano canti di corteggiamento.



Evita le madonne i santi e i signori al riparo nelle loro dimore.


Conosce le parole dei poeti e le voci dei migranti.
Si posa sul sudore della fatica.
Sa il rispetto dei pescatori , la diffidenza degli agricoltori  e il timore degli anziani.
Il  mare si placa, l’uva soffre e i mandarini resistono e la mente si rivolge ormai solo al passato.

Quando mena lo scirocco bisogna stare attenti!
E si infila sottopelle dolcemente, proprio come le spine dei fichi d’india.  




Guai se ti prende dentro! “Trasforma la realtà abusata e la rende irreale

Ti trascina con se  e si insinua tra i ricordi, tra le speranze, nei sentimenti.
E’ il vento dei folli, dei visionari, degli innamorati.
E’ il vento degli sciroccati.



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