
Il 17 gennaio è la ricorrenza dedicata a
Sant’Antonio Abate, meglio conosciuto come Sant’Antuono, santo particolarmente venerato in passato. Morì un 17 gennaio in Egitto, dove era nato e vissuto. Era l’anno 356 e lui aveva centosei anni. In vita abbandonò e distribuì i beni di famiglia per dedicarsi alla contemplazione tra le sabbie deserto e vivere una vita all’insegna della preghiera, povertà e castità. E’ stato il fondatore del monachesimo e il primo degli abati e padre spirituale (abba). La sua figura di santo eremita e potente taumaturgo si diffuse subito in oriente e successivamente in occidente, dove fu invocato come patrono dei macellai e salumai, dei contadini e degli allevatori e soprattutto protettore degli animali
domestici. In passato ogni stalla o ricovero di animali aveva un santino con l’immagine del santo a protezione del luogo. Alcune leggende narrano che nella notte di Sant’Antuono gli animali parlassero nelle stalle, raccontando i difetti e vizi dei propri padroni, lamentandosi delle violenze e dei maltrattamenti subiti durante l’anno. Grande diffusione ebbe l’Ordine di Sant’Antonio cui compito era, tra l’altro, curare i malati afflitti dall’herpes zoster conosciuto come
il “fuoco di Sant’Antonio” . La dedizione ai malati degli Antoniani col tempo fu però offuscata da interessi poco evangelici che condussero l’ordine al declino e al decadimento fino all’
assorbimento nell’Ordine dei Cavalieri di Malta. Ma la figura e l’importanza del santo, presso il mondo agropastorale e popolare, non hanno mai avuto riserve. Il suo valore aumentava con l’aumento del bestiame e della pratica dell’allevamento. Uso comune in molti comuni lucani era di