1 feb 2012

Quando i fascisti in Basilicata uccisero una donna che allattava il suo neonato.

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Perchè pubblico questo post?
Perchè la memoria serve agli uomini e il ricordo è una delle poche cose che unisce i nostri figli ai nostri genitori e noi siamo la voce di questo filo. E' un antico patto tra generazioni.
Perchè una data non è un semplice numero e un fatto non è una semplice storia. Sono memoria.
Perchè c'è il rischio di essere Paese di contemporanei senza antenati né posteri perché senza memoria di se stesso, per citare una frase che ho letto tanto tempo fa da qualche parte.

Correva il 1923, anno in cui saranno sciolti tutti i partiti diversi dal Partito Fascista.

Era il 31 gennaio e il calendario non ricordava nessun santo particolarmente noto a tutti i cristiani.

Ma in un paese della Basilicata quello che poteva sembrare un giorno come tanti e uguale se stesso nella ciclicità di un luogo meridionale, si rivelò un giorno talmente infausto da restare impresso
nella memoria dei vivi e da essere raccontato alle generazioni seguenti.

Riporto un estratto di un articolo apparso on-line
Bernalda (MT) 31/01/1923
...durante un violento scontro fra fascisti e nazionalisti persero la vita tre persone e molte altre rimasero ferite in maniera più o meno grave. 
Per quel giorno... a Bernalda erano stati fissati i raduni delle squadre d’azione fasciste e delle camicie azzurre nazionaliste. ( per dirla alla Ugo Maria Tassinari era un Derby tutto a destra!)
Ma il piano dei gerarchi fascisti era anche quello di punire in un certo senso e con una prova di forza la comunità bernaldese che ancora non recepiva le nuove istanze ideologiche. 
A differenza di altri centri materani tra cui Matera, Irsina, Ferrandina, Pisticci e Montescaglioso, Bernalda era ancora insensibile al fascismo sostenuto da pochi aderenti, mentre era stata istituita una attiva sezione del Partito Nazionale, da parte di ex combattenti, socialisti riformisti e qualche ardito. 
...giunsero a Bernalda, all’alba del 31 gennaio 1923, le squadre d’azione, con i loro capimanipolo, di Irsina, Potenza, Pisticci, Laurenzana, Craco, Taranto e Ferrandina. 
...quella che forse doveva e poteva essere una manifestazione pacifica di propaganda si tramutò ben presto in un violento scontro che si estese nelle vie e piazze principali.
Di mattino le squadre nere percorsero le vie del centro e poi fu benedetto il gagliardetto, mentre di pomeriggio l’esplosione di un colpo d’arma da fuoco provocò uno scontro fra fascisti e nazionalisti, la cui sede venne assediata. 
Alcuni negozi furono saccheggiati, le case perquisite dai fascisti alla ricerca dei loro rivali e alla fine, il bilancio fu pesante: dopo due ore di violenti scontri si contarono una trentina di feriti, mentre persero la vita Giuseppe Viggiano, Pasquale Gallitelli e Maria Di Stasi, colpita a morte mentre stava allattando il suo neonato. 
L’eco dei tragici fatti di Bernalda giunse fino a Roma e Mussolini  pretese chiarezza sull’accaduto, affidando l’inchiesta al funzionario del Ministero degli Interni Paolo Di Tarsia (leggi alla fine) .
Gli inquirenti cercarono di individuare i colpevoli, alcuni furono prosciolti, altri condannati a pene lievi, altri ancora usufruirono dell’indulto. La stampa nazionale e locale diede ampio spazio ai fatti di Bernalda, fornendo tuttavia versioni molto contrastanti ...
... l’anno seguente, non si parlò più di quanto era accaduto a Bernalda, ormai fascistizzata...

L'inchiesta del funzionario viene riportato brevemente nell'opera di Matteo Pizzigallo dell'Università di Bari " I QUADRI REGIONALI DAL FASCISMO AGLI ANNI CINQUANTA. " Nella pubblicazione si menziona ad un ...un rapporto riservato dell'ispettore generale di P.S. Paolo di Tarsia, inviato da Mussolini in Basilicata nel febbraio 1923 per indagare in via riservatissima e riferire personalmente sui gravi incidenti, verificatisi alla fine di gennaio a Bernalda, tra nazionalisti e fascisti.
"In sostanza - scriveva Di Tarsia - in Basilicata non è mai esistito né fascismo, né nazionalismo.
Lì dove un sindaco. un amministratore comunale è appoggiato da persone appartenenti alle antiche clientele, camuffate da nazionalisti, lì sorge il fascisismo o meglio le altre clientele di opposizione si vestono da fasciste e sorge la sezione fascista. Non si tratta che di nuove vesti apparenti". ..


La notizia venne ripresa anche da qualche giornale straniero:
"L'Indépendance Luxembourgeoise",:
Uno scontro tra fascisti e nazionalisti italiani
Roma, 2 febbraio - A Bernalda, un piccolo paese in Basilicata, c'è stato un grave scontro tra fascisti e nazionalisti. I nazionalisti hanno attaccato i fascisti che ritornavano da una cerimonia per la consegna di un gagliardetto. Ne è seguita una violenta battaglia a colpi di pistola e fucile. I nazionalisti hanno sparato dalle finestre sui fascisti che, malgrado fossero di meno, hanno avuto ragione dei nazionalisti, dispersi poi nelle campagne. Si sa di quattro morti e molti feriti, tra cui due donne gravemente.

L'Indépendance Luxembourgeoise, n. 34 e 35, sabato 3 e domenica 4 febbraio 1923, pag. 3.

Che aggiungere? (SIC!)
Da parte mia posso solo dedicare a quella donna una frase di una canzone:

Ormai tutti han famiglia hanno figli
che non sanno la storia di ieri
Non è detto che fossimo santi
l'eroismo non è sovrumano
corri, abbassati, dai balza avanti!
ogni passo che fai non è vano.
Vedevamo a portata di mano
oltre il tronco il cespuglio il canneto
l'avvenire di un mondo piu' umano
e più giusto più libero e lieto.

Oltre il ponte -Modena City Ramblers

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