Francesco Saverio Nitti non si sente sereno a Napoli, dove vive e insegna all'università.
Il clima di intolleranza verso gli antifascisti si sta facendo sempre più pesante e le violenze delle squadre d’azione non risparmiano nemmeno un notabile come lui.
Decide così il Nitti di andare a Melfi, sua città nativa, che anche se lontana dai centri della politica e della cultura, è però più tranquilla e sicura.
A Potenza dove la notizia della sua partenza da Napoli circolava già da diversi giorni , viene però riconosciuto dai fascisti, i quali già da tempo si erano ripromessi di dargli una severa punizione. Per fortuna, al Nitti, un antifascista della città rivela il piano preparato in suo danno e lo persuade a darsi alla fuga.
Le camicie nere, che nel frattempo si erano organizzate per la spedizione punitiva, sono comunque decise ad inseguirlo.
Nitti avverte il pericolo, comprende che se dovesse essere raggiunto per lui sarebbe la finee, giunto nei pressi del quadrivio della frazione di San Nicola (frazione di Pietragalla in provincia di Potenza), chiede aiuto a Donato Ciambrone, postino di Pietragalla, e a Giuseppe Romaniello (Birinitt), i quali si
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