2 mar 2009

Ferrandina e il carnevale...

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Il Carnevale ...a Ferrandina, non si è sviluppato, o è andato irrimediabilmente perduto; Le poche notizie che abbiamo di antiche celebrazioni ci sono fornite dal Canonico Don Nicola Caputi che, nel suo cenno storico su Ferrandina, pubblicato nel 1859 ricorda che alcuni “individui, con grosse chiazze nere sulla faccia, con cappelloni laceri e malconci sulla testa…” [...] "ballavano e bevevano nelle strade e che altri ben vestiti rappresentavano" [...] “qualche tratto di storia profana o di mitologia, eseguendo concerti di ballo e gettando confetti ai curiosi intervenuti…” E dallo stesso reverendo Salvatore Centola nel suo libro su Ferrandina, pubblicato la prima volta nel 1931, che richiama espressamente e brevemente l’usanza delle serenate. Anche se fa cenno ad una usanza del giorno delle Ceneri, in cui due fantocci imbottiti di paglia: uno rappresentante Carnevale morto e l’altro una vecchiaccia, la Quaresima, l’uno con a fianco un fiasco, peperoni, salacche ecc., l’altra con attrezzi da lavoro: fuso, conocchia, aspo, arcolaio… venivano sospesi ad una corda tesa nelle vie, ad ammonire che il tempo delle gozzoviglie è passato e che subentra il tempo dell’astinenza e della fatica. Tornando alle serenate: queste erano accompagnate dal cupa cupa, per le strade ed erano impostate su richieste di cibo in cambio del canto, anche in applicazione di una formula rituale ben precisa, che è quella della richiesta che non può essere evasa con un rifiuto che sarebbe una grave “mancanza” nei confronti della collettività. Nel canto si richiedono cibi preziosi, da tempi “grassi” appunto, come la salsiccia e la ricotta, ma non viene disdegnata l’annugghie, che è una sorta di salame più povero. fonte: http://www.associazionefinisterre.it/ferrandina/demartino_memoria_carnevale.htm Share

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