24 giu 2011

"Mario Cresci forse fotografia. Attraverso l'umano"

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Mario Cresci- fonte MiBac
Come si fa a non dedicare un post a Mario Cresci. Uno dei più affascinanti artisti delle tecniche visive che io abbia mai visto.

Matera, 23 giu. (Adnkronos) - "Mario Cresci forse fotografia. Attraverso l'umano" e' la mostra in programma presso Palazzo Lanfranchi di Matera fino al 6 novembre. Mario Cresci e' uno dei piu' rilevanti interpreti della ricerca fotografica in Italia degli ultimi quattro decenni del XX secolo e, contemporaneamente, una figura di punta dei nostri giorni.


Nel suo lavoro piu' recente, infatti, Cresci porta un rigore e una curiosita' sperimentale che si uniscono a una leggerezza ludica e dissacratoria, tipici dell'avanguardia italiana di fine anni Sessanta e Settanta, cui egli appartiene per generazione e poetica. Nel
panorama italiano attuale questi aspetti del suo linguaggio artistico assumono una pungente originalita'. L'intera operazione ha ricostruito l'eccezionale rilevanza complessiva dell'opera di Cresci

photographicafineart: ...dal 1970 fino alla fine degli anni Ottanta, lavora per la sua ricerca artistica nel campo della comunicazione visiva, usando la fotografia come collegamento concettuale tra il vedere e l’essere coinvolti nei problemi della vita reale nei posti in cui egli vive. Per questa ragione, la sua ricerca artistica si concentra tra la cultura e il design, gli stili di vita e le forme di produzione dell’economia dell’Italia del sud. 


2photo.org...Nelle fotografie di Mario Cresci viene a galla la duplicità, insita già nel nome, della regione, presentata come terra arcaica – emblematica, in questo senso, è la presenza degli animali in molte immagini – a cui si contrappone la spinta verso il nuovo come le vedute dei condomini e delle nuove abitazioni fra le grotte dei Sassi di Matera.
mario_cresci
Mario Cresci | Tricarico
Le fotografie di più forte impatto sono quelle che rappresentano la solitudine della terra, immagini di piccoli casolari isolati fra la campagna che si perde a vista d’occhio. Grande attenzione nella fotografia  di Mario Cresci è per le feste patronali e qui il riferimento corre subito alla spedizione etnografica di Franco Pinna svoltasi tra il 1950 e il 1959 insieme all’antropologo Ernesto De Martino in Calabria e Basilicata.
La fotografia di Cresci è orientata, in questo periodo verso una visione cromatica del reale dovuta, come afferma lo stesso fotografo, ad una conoscenza più approfondita del lavoro di Luigi Ghirri. Nasce, in questi anni, un interesse sempre maggiore per l’architettura e per la città, a scapito della ricerca antropologica che aveva contrassegnato i suoi lavori precedenti.
I riferimenti culturali della fotografia di Mario Cresci sono stati Merleau-Ponty, Bachelard e Italo Calvino, mentre da un punto di vista strettamente fotografico, i suoi maestri sono Walker Evans, Lee Friedlander, Robert Frank, Joel Meyerowitz e Gordon Parks, ma, altrettanto importante, è stata la ricerca di Ugo Mulas.
Con il lavoro eseguito per il T.C.I Cresci ha quasi smesso di indagare gli ambiti e le situazioni a cui aveva lavorato fino ad allora, perché, sostiene, si è sfaldata, per ragioni politiche, sociali, economiche, quell’identità territoriale e culturale che rendeva quel modello di fotografia una necessità da sondare. In questo senso, quindi, va visto il passaggio dalla fotografia antropologica alla fotografia a colori sul paesaggio, così come l’attenzione rivolta alla ricerca grafica – pittorica per ritrovare nuovi spunti e interessi non più finalizzati verso il problema del mezzogiorno, ma verso una ricerca più personale.

www.tracieloemandarini.blogspot.com
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