Eccomi sono sempre io, Michael Franz il soldato americano oriundo vagliese che nel '43 arrivai in Italia a Foggia a guidare un enorme autocarro con una stella e la scritta U.S. Army impresse sul cofano del grande motore.
In italia alla guida di quel mezzo allora, era come essere alla guida di una potente limousine sulla "fifth avenue" di New York.
L'Italia e le città devastate dalla guerra mi facevano sentire un po' in colpa ma appunto era la guerra. Quella maledettissima guerra!
Ciò nonostante qui mi sentivo orgogliosamente italoamericano di sponda italiana e il nostro grigio verde non rappresentava per quegli italiani soldati in guerra, ma cioccolate e sigarette per bambini scalzi ed affamati.
Dolci sguardi di ragazze da noi affascinate.
Vaglio a poco più di cento chilometri da qui e mai avrei immaginato che a quel bestione occorressero esattamente sei ore per percorrere quella strada che non aveva un centimetro quadrato di bitume, attraverso piane distese di grano e arrampicate per tornanti a scavalcare borghi di pietre.
Con me John Altomonte, anche lui di origine italiane, che appena dopo pochi chilometri già
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