30 apr 2011

Il mondo magico della Lucania- La Stampa 1958

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Casa con gli occhi - Aliano (MT) foto di Galatea delle sfere

Il mondo magico delLa Lucania STREGONERIE ALL'ESAME DELIA SCIENZA - Il mondo magico delLa Lucania Una squadra di professori specialisti, con macchine da ripresa e magnetofono, ha compiuto una spedizione di 25 giorni: difficile'afferrare i fantasmi, meno difficile studiare la psicologia delle popolazioni tra le quali avvengono i fenomeni - Generalmente l'assoluta miseria, l'ignoranza, la fame favoriscono allucinazioni e superstizioni - Ma fatti inspiegabili avvengono talvolta anche tra i ricchi - Una mostra a Perugia del materiale raccolto (Dal nostro inviato speciale) Perugia, febbraio. Chi lo sa in quale punto del mondo o dell'universo si aggira in questo momento Antonio, la creatura fatta di aria, lo spiritello attento e benigno che fino a qualche tempo fa aveva eletto a sua' dimora uno dei più miseri casolari che siano nella Lucania, ad Albano. E' un paese di nemmeno tremila anime, appollaiato a 900 metri sulle Murgie, e quali ricordi abbia lì lasciato il folletto Antonio, ve lo dirò
con le parole che trovo scritte in una relazione stesa dal prof. Mario Pitzurra dell'Università di Perugia. « In casa di Lo Guercio Rocco, in Albano, una sera
d'inverno una campanella senza batocchio, appesa a un chiodo nella cappa del camino e dimenticata da tanto tempo, coperta di poipere e di ragnatele, a un certo momento si mise a suonare. La madre di Rocco non si scompose. Disse: " Sei tu, Antonio* Se sei Antonio, rispondimi di si battendo il pugno dall'alto in basso sul mio ginocchio. Se non lo sei, striscia con la palma della mano sul ginocchio". La donna sentì battere sul ginocchio, come convenuto per il sì.' Era Antonio, lo spirito di famiglia; da quel momento, per oltre cinque anni, egli continuò a fare costantemente le sue apparizioni, annunziato dal suono sordo della campanella senza batocchio appesa tra la fuliggine del camino. La famiglia gli si affezionò, e tutti in paese sapevano dell'esistenza di Antonio. Lo spirito, grato dell'ospitalità, la ricambiò con frequenti interventi provvidenziali. « Ne citerò due: In un pomeriggio assolato d'estate, la sorella di Rocco trebbiava. Vinta dal caldo e dalla stanchezza, decise di fare un pisolino. Ma prima si rivolse ad Antonio, lo spirito di casa, pregandolo di svegliarla se il mulo si fosse messo a mangiare il grano. Avvenne infatti quello che la giovane temeva: il mulo si sciolse e cominciò a mangiare il prezioso raccolto. Ma lo spirito diede col bastone sulla gambe della ragazza, che si svegliò di botto. Un'altra volta la vacca si stava strozzando con la corda che aveva legata al collo; ed Antonio corse ad avvisare i padroni che poterono così intervenire, salvarla ». La sollecitudine del buon Antonio non era circoscritta alla famiglia Lo Guercio. Leggo ancora nella relazione del prof. Pitzurra che < al tempo della guerra, una donna di Albano, avuta notizia che il marito era morto, stava per risposarsi. Ma i Lo Guercio furono avvisati dal campanello di Antonio che quel marito non era morto e che quella donna non era vedova. Si attese ancora qualche tempo e infatti, come aveva predetto Antonio, il marito tornò vivo». Se per più di cinque anni il buon Antonio ti aggirò fra le case di Albano, dai casi sopra citati non si stia a pensare che egli attendesse sempre a opere di bene; forse era uno spirito giovinetto, o forse per altri motivi, sta di fatto che ad Antonio gli scherzi piacevano moltissimo. Per esempio, mentre la gente stava chiacchierando quietamente, sassi volavano da tutte le parti, spinti per l'aria da una mano invisibile..Qualche volta i sassi, dopo aver volteggiato di qua e di là, finivavo nei piatti colmi di minestra. Gli albanesi, per educazione, facevano finta di divertirsi a quelle bricconate di Antonio e magari qualcuno lo ammoniva: « Ah, Antonio, Antonio; qualche volta finirai col combinare un bel guaio ». Ma non accaddero mai guai; le pietre scivolavano tra le persone raccolte intorno al braciere nelle sere d'inverno, oppure si adagiavano con un gran brutto sibilo nei piatti, ma non fecero mai male a nessuno. Com'erano quei sassi f Un pochino tiepidi al tatto, rispondono gli albanesi. Conclude il prof. Pitzurra: « Poi tutto è cessato, e di tali straordinari avvenimenti è rimasto solo il ricordo ». Avvertiamo a questo punto che la ricerca dei fatti paranormali nella Lucania non è stata compiuta da un solo studioso, ma da tutta una squadra di specialisti; da una équipe, come si usa dire oggi: Per farvi capire subito quanto seria e meditata sia stata la spedizione nel mondo magico della Lucania, vi dirò che essa sorse sotto il patrocinio della università di Perugia e del museo nazionale delle arti e delle tradizioni popolari di Roma, e fu finanziata dalla « Parapsychology Foundation » di New York. L'equipe era formata da quattro professori, uno dei quali americano, un fotografo specializzato, una dottoressa per i rapporti con le donne e un segretario organizzatore. La spedizione, che era attrezzata con macchine da ripresa e due magnetofoni, è durata 25 giorni e ha percorso intomo a 3000 chilometri. L'obbiettivo della inchiesta venne così definito: i guaritori e le loro pratiche, elermenti della loro personalità; la loro clientela: appartenenza sociale, condizioni igienicosanitarie, motivo del ricorso ai guaritori, effetti delle cure; studio dei fenomeni di tipo ''paranormale, come telepatia, chiaroveggenza, precognizione, infestazione. Una esplorazione scientifica di questo genere non era stata mai tentata in Italia, e quanto e quale sia stato il materiale raccolto si può vedere ora in una mostra allestita a Perugia. Ma perché mai la spedizione puntò sulla Lucania? Nella relazione ufficiale si legge che * guaritori si trovano dappertutto nel mondo, anche nei Paesi ritenuti i più civili; e che fenomeni di precognizione, di telepatia, di chiarovagenza vengono continuamente segnalati nei cinque Continenti; così, per esempio, i luoghi < infestati» nell'Inghilterra pare siano più numerosi che altrove. Tuttavia, poche regioni offrono, al pari della Lucania, tanta abbondanza e varietà di guaritori, maghi, fattucchiere, e di fenomeni che meritano di essere studiati, sebbene in Italia siano comunemente < considerati o non degni di interesse scientifico, o addirittura come indegni di un Paese civile». Ma perché mai, dirà qualcuno, la Lucania ha un mondo magico cosi intenso e attivo e per quali motivi nella coscienza popolare di quella regione i fenomeni naturali e quelli soprannaturali si presentano confusi insieme? La risposta ad alcuni potrà sembrare persino ovvia: è una regione poverissima e si sa che la miseria è la madre dell'ignoranza e la norma delle superstizioni. Perciò, concludono, uccidete laggiù la miseria, e vedrete all'istante dileguarsi dalle menti anemiche i fantasmi, le magìe, i sortilegi. Sarebbe in definitiva una questione dì progresso, di civiltà. Per coloro che la pensano a questo modo darò a sostegno il quadro della famiglia Lo Guercio di Albano; dal punto di vista sanitario, il nucleo familiare si presenta profondamente tarato per gozzo e rachitismo; dal punto di vista igienico, basterà accennare al fatto che la famiglia vive tutta in una sola stanza; per terra sono sparsi tre letti dove dormono sette persone. Agli altri, a coloro che ritengono che la scienza non abbia esplorato compiutamente tutte le forze che sono dentro e fuori dell'uomo, riferirò, con le parole del prof. Emilio Seivadio ( forse Servadio? N.d.R), i casi straordinari che si verificarono nella casa di una delle famiglie più ricche di Castelsaraceno. « I fatti m questione, durati 15-20 giorni, occorsero nel 1944. E cominciarono così: si trovavano in casa Luigi Patella, la moglie Emilia Palermi, la madre di lui Rosa Fontana, il figlio Antonio e la cognata Benedetta Palermi. Età rispettive- SO, 55,SU, 20 e 52 unni. Coricatisi i coniugi, restarono in cucina la Rosa Fontana, Benedetta Palermi e Antonio. Dalla camera da letto i coniugi sentirono per due volte il rumore di un tavolo di abete, assai leggero, che veniva trascinato sul pavimento. Andati a vedere di che si trattava, appresero dagli altri tre che nella cucina, illuminata a luce elettrica, il tavolo si era effettivamente mosso due volte, senza che nessuno lo avesse toccato. «Fu questo l'inizio di una impressionante serie di manifestazioni. Il soffitto si scrostò quasi completamente, e vennero trovati al suolo innumerevoli calcinacci, ridotti in polvere come se un piede-li avesse calpestati. Vi furono, ripetuti nelle più. varie situazioni, lanci di mezzi mattoni, spezzati come da un coltello, proiettati da un capo all'altro della stanza. I mattoni recavano segni irregolari, come di una matita copiativa, ed erano spesso umidi come se toccati da una mano sudata. Mai questi voli di mattoni o di altri oggetti fecero male ad alcuno. Caddero anche, ripetutamente, fiori nelle vicinanze della Rosa Fontana: una volta essi erano infilati in una bottiglia. Un'altra volta cadde dall'alto una bottiglietta piena di liquido: la bottiglia si ruppe, ma il liquido non si versò ». Nella stessa casa dei Pitteila, un crocifisso cambiava continuamente di forma e di luogo; e quando le manifestazioni cessarono, tornò improvvisamente al suo posto nella sua forma primitiva. Il comitato scientifico della spedizione nella Lucania sta ora esaminando tutto il materiale raccolto durante i venticinque giorni trascorsi nelle province di Matera e di Potenza. Qualche anticipazione, specialmente per quel che si riferisce all'oscuro ambiente dei guaritori, potremo darvela in un prossimo articolo.
Nicola Adelfi
Pagina 3

(15.02.1958) LaStampa - numero 40

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2 commenti to “Il mondo magico della Lucania- La Stampa 1958”

  • 3 maggio 2011 alle ore 16:52
    ezum says:

    stupendo

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  • 4 maggio 2011 alle ore 09:46

    già. Pecccato che nonostante tutte le riceche non sia stato in grado di trovare qualcosa, anche solo il titolo, della mostra che si tenne a Perugia

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